• Da gennaio a luglio di quest’anno ci sono stati 653 episodi e sono andati in fumo 30.988 ettari (equivalente a circa 43.400 campi da calcio)
  • Roberto Mancini, Amministratore Delegato di Diagram: «È importante misurare la temperatura dei boschi ed è oggi possibile grazie ai nuovi sensori. Occorre un approccio integrato che combini sensoristica IoT, intelligenza artificiale, osservazione satellitare e droni di ultima generazione»

Jolanda di Savoia, 06 agosto 2025 – Con l’estate che porta con sé temperature elevate e siccità, il rischio incendi boschivi minaccia ogni anno il territorio italiano. Secondo i dati Ispra, nel 2024 sono stati percorsi dal fuoco oltre 514 km², con Sicilia, Calabria e Sardegna tra le regioni più colpite. E il 2025 non promette meglio. Legambiente ha calcolato che da gennaio a luglio ci sono stati 653 episodi e sono andati in fumo 30.988 ettari (equivalente a circa 43.400 campi da calcio), con perdite economiche stimate in oltre 200 milioni di euro. Le tipologie più colpite sono le aree naturali (boschi) con 18.115 ettari seguite dalle aree agricole con 12.733 ettari.

Tecnologia e prevenzione: un binomio strategico «Quello che è fondamentale è la prevenzione. È importante riuscire misurare le temperature in vari punti nei boschi e oggi con i moderni sensori è possibile farlo. Occorre un approccio integrato che combini sensoristica IoT, intelligenza artificiale, osservazione satellitare e ora anche droni di ultima generazione per il monitoraggio e l’intervento tempestivo. E questo è determinante in termini di prevenzione oltre che in fase di intervento come supporto nello spegnimento», spiega l’amministratore delegato del gruppo, Roberto Mancini.

Ai, sensori, reti IoT e droni intelligenti per la sorveglianza e il soccorso I sensori di temperatura, umidità, fumo e gas possono essere installati in foreste, parchi o aree urbane. Connessi tramite reti IoT (Internet of Things), permettono il monitoraggio in tempo reale e l’allerta immediata in caso di anomalie. I satelliti (come quelli del programma europeo Copernicus) possono rilevare focolai d’incendio grazie a immagini termiche. I dati satellitari possono essere usati anche per monitorare la vegetazione e prevedere il rischio d’incendio. Inoltre sistemi Gis (Geographic Information System) mappano il territorio e sovrappongono dati ambientali, meteorologici e di rischio incendi.

A tenere insieme i fili sono Intelligenza Artificiale (IA) e analisi predittiva. I sistemi di IA possono analizzare dati storici e ambientali per prevedere dove è più probabile che si sviluppino incendi. Alcuni software riconoscono fumo e fiamme in tempo reale da videocamere di sorveglianza e possono essere mandati messaggi di allerta.

Oltre ai satelliti, possono essere impiegati i droni. Equipaggiati con strumenti per la visione notturna e termocamere a infrarossi, sono in grado di operare anche in condizioni estreme. Con gps e sistemi di navigazione autonomi possono sorvolare aree impervie, difficili da raggiungere, per individuare incendi attivi o punti caldi e mappare in tempo reale la propagazione del fuoco, trasmettere immagini ai centri di controllo. I droni sono inoltre dotati di sensori ambientali per rilevare variazioni di temperatura, umidità e qualità dell’aria e di software Slam (Simultaneous Localization and Mapping) e algoritmi Ai per creare mappe 3D, identificare ostacoli e focolai nascosti.

«Questi droni non solo sorvegliano, ma possono anche supportare le squadre di emergenza con rilievi rapidi e georeferenziazione dei danni, grazie all’integrazione con app dedicate», continua Mancini.

Il drone, dunque, non è soltanto un oggetto volante, ma diventa una sentinella che pensa, decide e agisce. È in grado di sorvolare vasti territori tenere sotto controllo e agire in maniera predittiva attraverso l’elaborazione con l’intelligenza artificiale di immagini, mappe termiche, percorsi e alert.

Simulazioni predittive Tra le soluzioni, c’è la simulazione della realtà. «Attraverso quello che viene definito il gemello digitale del territorio è possibile simulare scenari di rischio e pianificare interventi mirati. I dati raccolti da droni, satelliti e sensori vengono elaborati per identificare le aree più vulnerabili, stimare i danni in tempo reale e prevenire la propagazione del fuoco con interventi localizzati», spiega Mancini.

Infine, in fase sperimentale c’è l’impiego di robot antincendio e veicoli senza pilota possono intervenire in aree pericolose per gli esseri umani.

Verso una vera e propria prevenzione digitale Reazione più rapida agli incendi, riduzione dei danni ambientali ed economici e maggiore sicurezza per vigili del fuoco e popolazione. L’evoluzione smart è, dunque, il prossimo passaggio della prevenzione incendi. «Le tecnologie si integrano con le strategie nazionali di prevenzione e rappresentano un passo decisivo verso una protezione civile più efficiente, predittiva e sostenibile. La lotta agli incendi non può più basarsi solo sull’intervento: serve una visione sistemica che unisca innovazione, gestione del territorio e coinvolgimento civico», conclude Mancini.

Diagram
Diagram nasce nel 2024 dalla trasformazione del Gruppo IBF Servizi SpA e dalle acquisizioni di Agronica Srl, Abaco SpA, Agriconsulting SpA e Netsens Srl. È leader italiano ed europeo nella digitalizzazione dei servizi dedicati all’agroalimentare, nello sviluppo di software di farm management e nella gestione dei processi di erogazione, monitoraggio e controllo dei programmi di sostegno all’ambiente e all’agricoltura. Partner di importanti governi del continente europeo, supporta la Pubblica Amministrazione, le aziende agricole, gli istituti bancari e assicurativi e l’industria agroalimentare con l’obiettivo di promuovere la sostenibilità sociale, economica e ambientale. Oggi l’azienda è detenuta per il 41,6% da CDP Equity (Gruppo Cassa Depositi e Prestiti), per il 41,6% da Trilantic Europe e per il 15% da BF Agricol.